Il futuro si concentra sul digitale, anche in Italia qualcosa cambia.

In un'economia basata sui dati come quella odierna, è importante che l'Italia si sviluppi digitalmente, tuttavia al momento siamo indietro in termini di abilità e tecnologia.

Oggi le tecnologie digitali sono al centro di situazioni geopolitiche assumendo un ruolo chiave sempre più importante nella futura economia globale. Negli ultimi anni un fattore determinante è stato quello dei cyberattacchi e dei trend tecnologici che hanno avuto un grande impatto su produttività ed organizzazione del lavoro.

In questo scenario va tenuto conto però che soltanto il 46% della popolazione italiana ha acquisito competenze di base sul digitale e la percentuale di laureati nel settore ICT << informazione e comunicazione tecnologica >> è rimasta intorno all’1,5% quota al di sotto della media europea che si attesta al 4,2%, mentre le donne impiegate nel settore sono circa il 16%.

Per quanto riguarda il mondo delle imprese lo scenario è piuttosto positivo in quanto si rilevano progressi interessanti sull’area della fatturazione elettronica al 95% e nell’e-commerce al 14%. Il cloud risulta utilizzato dal 54 % delle imprese in modalità differenti, dato al di sopra della media europea. Per quanto riguardano i Big Data siamo al 9% e l’intelligenza artificiale al 6%.

Nella pubblica amministrazione l’Italia si ferma al 68% nella fornitura di servizi pubblici ai cittadini e al 75% per quelli rivolti alle imprese. Testimonianze di autorevoli esperti, leader d’impresa, rappresentanti della PA e del mondo universitario hanno approfondito temi diversi: dagli avanzamenti del PNRR alla cybersicurezza, dalla digitalizzazione del settore istruzione e dei servizi sanitari ai nuovi modelli di lavoro in azienda. Ne sono emersi risultati significativi per comprendere la trasformazione digitale.

Un’ampia parte del ritardo di sviluppo dell’Italia è dovuta alla scarsa penetrazione digitale nei processi pubblici e privati, quindi davanti ad uno scenario di questo genere, il PNRR rimane un’occasione importante per recuperare il gap. La digitalizzazione è una funzione di produzione complessa che richiede hardware/software, ma soprattutto servizi, competenze e reingegnerizzazione dei processi.

 

Secondo i dati ANCI, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, in fatto di digitalizzazione le amministrazioni comunali sono ancora lontane dal traguardo. Meno del 40% dei Comuni utilizza strumenti informatici all'avanguardia e un analogo 40% è ancora legato a procedure manuali per almeno la metà della produzione documentale. "In un contesto così arretrato sono quindi fondamentali le risorse del PNRR che finalmente permettono investimenti in tecnologie innovative e soluzioni digitali andando a semplificare procedure amministrative e a migliorare la qualità dei servizi offerti al cittadino".
Anci Lombardia

In passato le rivoluzioni tecnologiche hanno portato sviluppo economico ed occupazione. Sarà così anche con il digitale? L’economia digitale ha un forte impatto in termini di aumento della produttività con un effetto diverso e complesso nel mondo del lavoro per diversi fattori: la frequenza e la quantità di tecnologia innovativa, il livello delle competenze richieste ed il capitale umano che cambia. Questo passaggio generazionale dal settore ICT a quello dell’economia digitale interviene non solo sui processi ma anche sulle relazioni trasformando così il modo in cui le imprese lavorano, interagiscono e consumano.

Concludo osservando anche un dato rilevante, quello in cui le aziende adottano misure di automazione intelligente ed in questo particolare ambito il PNRR registra un incremento dei fondi, aiutando gli investimenti.